London’s burning…così gridavano i Clash esattamente 30 anni fa ma, a vedere – o meglio ad ascoltare – ciò che emerge da due dei migliori (a mio parere…) dischi usciti in questo inizio di 2007, le cose non sembrano del tutto cambiate. Anzi…
THE GOOD, THE BAD & THE QUUEN – S/T - (Parlophone Records) “The good, the bad & the queen” non è il nome di un gruppo, bensì quello di un progetto che ha visto unirsi all’opera quattro musicisti straordinari. Alla voce Damon Albarn, leader di Blur e Gorillaz; al basso Paul Simonon, ex Clash (…giù il cappello!!!); alla batteria Tony Oladipo Allen, percussionista di Fela Kuti, paladino dell’afro-beat ‘60/’70; alla chitarra Simon Tong, ex Verve…e se pensiamo inoltre che come producer è stato ingaggiato Danger Mouse, mente dei Gnarls Barkley, si dovrebbe correre immediatamente in negozio (o collegarsi in rete…) per avere l’album. E in effetti si tratta di un gran bel disco dove, da una parte le idee che Alborn importa dalle sue “due vincenti famiglie” sono ben riscontrabili ma di fatto contagiate ed impreziosite dalla collaborazione con appunto artisti di gran calibro e personalità, ma dall’altra sono i testi e le tematiche trattate a colpire nel segno. Si parte infatti da ciò che si vede fuori dalla finestra, Londra, per cercare di descrivere ciò che sta succedendo al mondo, con alla base di tutto un pessimismo assoluto. Poche speranze dunque, nella City che “brucia”, tra gente che non ce le fa ad arrivare alla fine del mese e le immagini di guerre lontane. E loro assicurano che le canzoni del disco saranno attualissime anche fra dieci anni…e perché non credergli?
Link:
www.thegoodthebadandthequeen.com
BLOC PARTY – A weekend in the city- (Wichita/V2 Records)Ricordate I Bloc Party? Sono stati “Best Disco Plaza 2005”…e rieccoli alla temutissima seconda prova, che spesso ha fatto inciampare chi ha iniziato col botto. Diciamo subito che i Bloc Party non deludono le attese, soprattutto di chi ne era rimasto folgorato e si era innamorato del loro suono moderno ma estremamente influenzato dalla new wave anni ’80, anche se i quattro giovanissimi ragazzi londinesi mischiano un po’ le carte, spiazzando l’ascoltatore. C’è un evidente ricerca di rinnovamento alla base di questo disco ma, a parte la forma che anche per la recensione precedente abbiamo più o meno trascurato, sono le immagini che emergono a creare un effetto cupo e nervoso. Ne esce infatti il dipinto di una metropoli claustrofobica, tra gli incubi quotidiani e l’inquietudine del post 7 luglio, giorno degli attentati terroristici. È questo un disco molto emotivo, che traspira tutta la desolazione, la nevrosi e la confusione della routine quotidiana, con assai poche prospettive allettanti.
Link:
www.blocparty.comLive: 13 maggio 2007 @ Alcatraz, Milano
Cerio